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Il primo biografo del Santo narra che Francesco mentre pregava nella chiesa di San Damiano ubicata poco fuori le mura cittadine fu chiamato a riparare la Chiesa in rovina. Sta di fatto che l’Assisiate volendo vivere la forma del Santo Vangelo seguendo le orme di Gesù, aiutò la comunità ecclesiale in un momento di particolare crisi a vivere una vera riforma indicando con la sua vita e predicazione diverse domande che risultavano insolute . 

Dopo il cambiamento di vita nel 1206 circa e prima del costituirsi un paio d’anni dopo della fraternità minoritica, Francesco tra altre opere penitenziali si dedicò anche al restauro di chiese tra cui anche quella di San Damiano in cui dal 1211 circa vi dimorerà Chiara. Pur essendo di famiglia nobile quest’ultima assieme alla sua comunità scelse la povertà in cui la precarietà per la mancanza di beni necessari come il pane e l’olio non era estranea così come prove dovute a malattie, assalti di nemici e persino infestazioni di topi per la difesa dai quali era permesso avere dei gatti. Francesco vi tornerà saltuariamente mentre un periodo più lungo ve lo trascorse nel 1225, ormai malato e cecuziente; in un momento di particolare sofferenza, trasfigurato dalla promessa pasquale, compose il Cantico delle creature in cui a cominciare dal sole, in un’alternanza tra maschile e femminile, loda il Signore a motivo ma anche per mezzo di ogni realtà creata. Vi è anche una strofa autobiografica in cui la menzione è dei tribolati che sostengono infermità; in un secondo momento vi aggiungerà coloro «ke perdonano» (Cant FF 263) onde far riconciliare il Vescovo con il podestà il cui conflitto aveva assunto livelli nefasti per tutta Assisi.

Dal momento della canonizzazione il 16 Luglio 1228 – significativamente giorno della morte di Innocenzo III – anche a San Damiano ogni 4 Ottobre devono celebrare solennemente la festa di San Francesco, cosa che Chiara fece per ben venticinque anni con tutta la forza performativa della liturgia. Fortemente ancorata alla memoria degli inizi rifiutò qualsiasi proposta papale e volle strenuamente una Regola che gli venne confermata da Innocenzo IV pochi giorni prima della morte avvenuta l’11 Agosto 1253. Il suo corpo fu portato dentro le mura cittadine alla chiesa di San Giorgio dove la raggiungerà tutta la comunità mentre a San Damiano vi dimoreranno fino ad oggi i frati Minori.

 

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